Ciao Monica
Inanzi tutto grazie del tuo commento e di averci regalato uno spaccato della tua realtà.
Per rispondere alla tua riflessione, posso affermare che l’articolo dell’amico Riccardo, di cui tu fai menzione, è un’analisi precisa ed attenta sulla qualità delle attività che si possono e si devono svolgere all’interno dei social network. Partendo dal presupposto che bisogna dare il giusto peso alla “qualità” dei contenuti, ho cercato di descrivere a mio modo che tale aggettivo è piuttosto labile. Bisogna sin capire che attualmente il sistema di rilevanza e quindi di qualità proposto da Facebook è quello della sponsorizzazione che non premia il miglior contenuto, ma quello maggiormente remunerativo, in altre parole quello che paga meglio. In un sistema come questo a farla da padrone sarebbero solo le solite big con budget rilevanti e grosse disponibilità di uomini e mezzi soffocando non poco le iniziative più locali e di minor impatto. Sia chiaro io non sono contrario a questa nuova rotta presa da Facebook, non sono contrario alla meritocrazia e come tutti i miei colleghi auspico un momento in cui il valore espresso dalla professionalità possa essere elemento di rilevanza rispetto all’improvvisazione, esprimo solo la mia perplessità per un sistema che reputo ancora troppo acerbo e che non garantisce a mio avviso quell’idea di qualità fatta di professionalità, lavoro e costanza. In sintesi credo che se vogliamo veramente dare rilevanza hai contenuti con maggiore interesse si debba progredire in un’opera di sensibilizzazione degli utenti, stimolandoli a produrre contenuti e migliorarsi in un percorso di perfezionamento piuttosto che escogitare una leva commerciali che aiuta di certo il portafoglio della compagna,ma che rimane sterile dal punto di vista contenutistico
